domenica 23 febbraio 2014

I PADRONI DELL'INFORMAZIONE E LE PECORE DOLLY DELLA POLITICA




Quando nel 1994 Silvio Berlusconi vinse le elezioni per la prima volta fu sollevato lo scandalo sul ruolo determinante che nel risultato elettorale aveva giocato il suo controllo su una parte rilevante del sistema della informazione. Questo scandalo non era solo sollevato da sinceri democratici, ma anche da quella parte del mondo dell'informazione controllata da chi era estraneo od ostile agli interessi di Berlusconi. Ora De Benedetti, Berlusconi, Squinzi, Caltagirone, John Elkann, i rappresentanti italiani di Murdoch, cioè tutti coloro che in Italia gestiscono il sistema dell'informazione, e mi scuso con chi ho dimenticato, sono sostenitori, simpatizzanti o disponibili verso Matteo Renzi.

CONGRESSO PROVINCIALE SLC TORINO: REPORT



di Delia Fratucelli


Il 20 e 21 febbraio, si è tenuto il congresso provinciale SLC/CGIL di Torino.

I dati certificati finali erano: votanti 1070 su 3914 iscritti. 207 assemblee di base. 
Il documento IL SINDACATO È UN'ALTRA COSA ha ottenuto il 10,7% per il congresso di categoria, 11,49% per il congresso confederale.

domenica 16 febbraio 2014

AGGRESSIONE A MILANO: COMUNICATO "IL SINDACATO È UN'ALTRA COSA"




Inaudita aggressione a Milano. Chiediamo le dimissioni di Susanna Camusso. Condanniamo la gravissima aggressione subita dal compagno Giorgio Cremaschi e da altre compagne e compagni aderenti al documento congressuale "Il sindacato è un'altra cosa" a Milano, nel corso di un'assemblea CGIL con la presenza di Susanna Camusso. 

L'assemblea era già di per sé un fatto inusuale, in quanto erano convocate solo categorie con i gruppi dirigenti favorevoli all'accordo del 10 gennaio ed esclusa la FIOM, che aveva protestato pubblicamente.
Un gruppo di compagne e compagni aderenti al documento alternativo, tra cui delegati delle categorie formalmente presenti in assemblea e Giorgio Cremaschi, primo firmatario del documento, si è quindi presentato all'incontro. Lo scopo era distribuire un volantino contro l'intesa sulla rappresentanza, che ricordava la singolare coincidenza tra l'assemblea per il si al testo unico sulla rappresentanza ed il 14 febbraio 1984, giorno del Decreto Craxi per il taglio alla Scala Mobile dei salari. Inoltre si volevano esercitare i diritti della minoranza con un intervento nel l'assemblea.
I compagni indossavano anche cartelli con il no all'accordo.
Il primo problema con il servizio d'ordine è sorto in quanto si voleva impedire ai compagni, che ne avevano pieno diritto, di accedere all'assemblea. Già lì il servizio d'ordine ha esercitato pesanti pressioni. Alla fine ai delegati è stato concesso di entrare purché lasciassero i cartelli. Solo Cremaschi ha potuto conservare il cartello che diceva no all'accordo.
Una volta in sala i nostri compagni hanno seguito in assoluto silenzio la relazione e all'apertura del dibattito Nico Vox,delegato della funzione pubblica, ha chiesto di poter intervenire come unico intervento di dissenso tra i tanti già programmati.
Subito tutto il gruppo di delegati dissenzienti è stato circondato dal servizio d'ordine che impediva a Nico Vox di avvicinarsi alla presidenza. Susanna Camusso si avvicinava al gruppo e anche a lei veniva rivolta la richiesta che Nico potesse parlare, senza ricevere risposta. Si rispondeva invece dal palco dicendo che si poteva parlare in altre sedi. Alle proteste del gruppo di delegati seguiva una violentissima aggressione da parte del servizio d'ordine. I compagni venivano brutalmente spintonati, insultati minacciati. Giorgio Cremaschi veniva gettato nelle scale e solo per fortuna non ha riportato danni mentre Nico Vox doveva ricorrere all'ospedale.
Quello avvenuto è un atto senza precedenti nella vita della CGIL, dove i più aspri dissensi non sono mai stati affrontati con la violenza fisica e le minacce personali. Il senso profondamente antidemocratico dell'accordo sulla rappresentanza inquina già tutta la vita interna della CGIL, ma è evidente che qui si è passato il segno.
L'esecutivo nazionale de "Il sindacato è un'altra cosa" esprime piena condivisione e solidarietà verso i compagni Giorgio Cremaschi, Nico Vox e verso tutti gli aggrediti. I compagni colpiti verranno tutelati in tutte le sedi, ma è chiaro che la responsabilità politica della segretaria generale della CGIL è enorme.
Al direttivo della CGIL convocato per il 26 febbraio verrà presentata una mozione di sfiducia verso Susanna Camusso che si è rivelata incapace di tutelare i diritti e le libertà degli iscritti alla CGIL e per questo deve dimettersi.

domenica 9 febbraio 2014

TEMPI BUI IN CGIL di D. Greco


di Dino Greco


Sergio Cofferati, commentando ieri quanto accade nel fortino di Corso d'Italia, pur senza entrare nel merito della vicenda che oppone Fiom e Cgil, si è detto sconcertato del modo con cui Susanna Camusso sta gestendo il dissenso interno all'organizzazione. 
E forse - se conosco bene l'ex segretario della Cgil - non pochi rimorsi lo devono da tempo accompagnare ripensando a quanto in passato fece per mettere sulla plancia di comando personaggi come quelli che oggi stanno precipitando quello che fu il più grande e prestigioso sindacato italiano lungo la china di un declino forse irreversibile. 

Fatto si è che, da qualunque parte la si giri, l'iniziativa di Susanna Camusso nei confronti di Landini è ben più che un atto intimidatorio.

La segretaria della Cgil ha avviato una procedura che prelude all'assunzione di veri e propri provvedimenti disciplinari, quali che siano, nei confronti del segretario della Fiom.

Il paradosso, di cui abbiamo parlato ieri, sta nel fatto che il dissenso fra la Confederazione e il suo più importante sindacato di categoria è tutto politico e di prima grandezza. 
Eppure, ciò malgrado, i due duellanti coabitano in un sempre più surreale sodalizio nel documento di maggioranza che in questi mesi viene discusso e posto ai voti nelle quasi 50 mila assemblee precongressuali della Cgil. E' vero che Landini ha cercato di smarcarsi dall'indigeribile accrocchio presentando quattro emendamenti che in realtà delineano il profilo di una diversa linea sindacale. Ma lo è altrettanto - e Landini non può non esserne consapevole - che la probabilità che quegli emendamenti si affermino è pari a zero, ed essi saranno tutti respinti nell'assise conclusiva di maggio. Ivi compreso l'ultimo, quello che il segretario della Fiom ha deciso di aggiungere al primo pacchetto con lo scopo di sottoporre a referendum fra i lavoratori e le lavoratrici il famigerato accordo interconfederale del 10 gennaio che assesta un colpo formidabile alla contrattazione e inibisce la libertà di sciopero, prevedendo persino sanzioni nei confronti di quanti - sindacati, Rsu, lavoratori - intendessero sottrarsi ad accordi non condivisi e perciò non sottoscritti.

Dunque, sta per profilarsi lo scenario che segue: mentre la magistratura interna della Cgil - nei fatti innescata da Susanna Camusso - farà il suo non rapido corso, tenendo la spada di Damocle sul collo dell'imputato, il congresso ratificherà le posizioni già emerse come largamente maggioritarie nel Comitato direttivo dello scorso 17 Gennaio. 
Landini e la sua Fiom saranno allora davvero vincolati a decisioni non soltanto giudicate gravemente lesive della libertà sindacale, ma persino dello statuto della Confederazione. Un bel disastro. perché a quel punto il segretario della Fiom si troverà nella grottesca situazione di stare formalmente in maggioranza, ma di vivere da sconfitto e "separato in casa", dentro un'organizzazione che si appresta, rafforzata dall'esito congressuale, a consumare la propria vendetta.

Difficile (oltre che altamente sconsigliabile) che Landini cerchi - e ancor più trovi - riparo sotto le ali di Matteo Renzi, che pensa del conflitto sociale più o meno nel modo di Maria Antonietta d'Asburgo e che - si può essere certi - non gli regalerà per legge ciò che Cgil, Cisl, Uil e Confindustria gli hanno tolto.

Dino Greco

Liberazione 06/02/2014

Redazione: Sergio Bellavita, Sandro Bianchi, Carlo Carelli, Eliana Como, Giuliano Garavini, Paolo Grassi, Franco Losi, Vincenzo Smaldore, Armando Zenorini.
Coordinatore: Giorgio Cremaschi
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