Pubblichiamo, qui nella versione integrale, l'appello che esce oggi su La Sesia, principale giornale di Vercelli. Nel riquadro la versione ridotta del giornale.
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La Cgil va a Congresso nella primavera del 2014. A gennaio cominciano le assemblee per presentare le mozioni. Due i documenti che si confronteranno: quello della maggioranza firmato pressoché da tutti, da Camusso e Landini, e quello della minoranza firmato da Cremaschi della “Rete28Aprile” e da altri dirigenti come Scarpa e Peroni della Filcams.
Le ragioni dell’opposizione di minoranza sono sostanzialmente due: la prima è il disastro del quadriennio targato Camusso, forse il peggiore nella Storia della Cgil del dopoguerra. Quattro anni che hanno visto la Cgil capitolare su tutto, dall’art.18 alla riforma Fornero delle pensioni e ai contratti nazionali con l’accoglimento sostanziale del modello Marchionne. Il tutto senza colpo ferire, a parte tre ore finte di sciopero, per non disturbare il grande manovratore, e cioè il Partito Democratico con cui la Cgil è legata a doppio filo; la seconda motivazione, forse più grave, è il fallimento completo dell’opposizione che quattro anni fa nacque alla linea della Camusso, allora in procinto di succedere a Epifani. Questa opposizione, chiamata “La Cgil che vogliamo” e raccolta sostanzialmente attorno alla Fiom di Landini, raccolse circa un 18% allo scorso congresso, ma oggi si è sciolta come neve al sole sottoscrivendo il documento Camusso, con la pretesa soltanto di qualche emendamento che serve solo a nascondere il sostanziale accordo raggiunto tra Camusso e Landini. Di qui la necessità di una nuova opposizione che raccoglie i superstiti della vecchia, e cioè le correnti interne della Rete28Aprile e alcuni pezzi di “Lavoro e Società”.
Si dice che il documento di minoranza è quello radicale di contro a quello moderato, quello utopistico a fronte del primo realistico. Tutto questo non significa nulla, la reale differenza tra i due documenti è di metodo: il primo ripropone la “concertazione sindacale”, espressione inventata dai padroni per indicare la capitolazione dei sindacati ai loro piedi senza muovere i lavoratori. Il secondo propone invece di far di tutto per muoverli i lavoratori, e qualora non vogliano muoversi, andare a parlare con loro, non con governi e padroni. Il documento alternativo indica una direzione diversa: va a sinistra mentre il primo va a destra. La differenza è enorme è si vede innanzitutto nel linguaggio. Il primo è scritto in burocratese perché si rivolge sostanzialmente all’apparato, il secondo è scritto in italiano chiaro, limpido e scandito perché si rivolge ai lavoratori. La differenza è già tutta compresa nel titolo: “Il sindacato è un’altra cosa”. La Cgil attuale sembra più un’appendice corporativa della casta politica che un sindacato.

La minoranza non prende in giro nessuno, sa benissimo che queste rivendicazioni sono molto forti e non potranno essere raggiunte, come del resto anche quelle tre volte più moderate, senza una mobilitazione di massa e prolungata.
IL SINDACATO È UN’ALTRA COSA fa appello a tutti gli iscritti che non si rassegnano a una Cgil conciata in questo modo. Chi vuole presentare il documento alternativo nei posti di lavoro non ha che da contattarci. Abbiamo un sito http://sindacatounaltracosa.org/ una pagina e un gruppo su Facebook omonimi. Chi vuole mettersi in contatto con noi lo faccia attraverso la mail del blog piemontese della Rete28aprile: rete28aprilepiemonte@gmail.com Ci rivolgiamo anche alla maggioranza per presentare, nei prossimi giorni, i due documenti congressuali in una serata speciale al Circolino dei lavoratori di Porta Torino. Non vorremmo farlo da soli, nell’indifferenza di un apparato che, a grande maggioranza, vuol fare, anche del XVII Congresso, la solita cosa.
Lorenzo Mortara
RSU Fiom-Cgil all'Ykk
Rete28aprile
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