mercoledì 10 luglio 2013

Le relazioni pericolose: Bonanni, Marchionne e l'accordo sulla rappresentanza!

Bonanni: "A Marchionne garanzie dall'accordo sulla rappresentanza" 

La Fiat investirà 700 milioni di euro nello stabilimento Sevel di Atessa. "Daremo certezze sulle regole come abbiamo fatto a Pomigliano, Melfi e Grugliasco", ha detto il Segretario Generale della Cisl, Raffaele Bonanni al termine dell'incontro con l'Ad di Fiat, Sergio Marchionne. 
Chieti-Atessa, 9 luglio 2013. 'Marchionne fara' anche gli altri investimenti. Chiede garanzie e noi gliele daremo come abbiamo fatto a Pomigliano, Melfi, Grugliasco e Atessa. Lo ha detto il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, al termine dell'incontro con l'Ad di Fiat, Sergio Marchionne svoltosi nello stabilimento Sevel di Atessa, cui hanno partecipato i firmatari del contratto Fiat Fim-Cisl, Fismic, Uilm-Uil, Ugl.
''Dobbiamo fare forza tra noi - ha aggiunto - perche' ci siano le stesse certezze che finora abbiamo strappato nonostante tirapiedi, confusionari e profeti di sventura. E queste certezze ci sono - sottolinea Bonanni - perché vengono dall'accordo interconfederale sulla rappresentanza firmato da tutti e che spero tutti rispettino".
"Positivo" per Bonanni l'incontro tra il leader della Fiom, Landini e l'a.d. Fiat, Marchionne. "Mi auguro - ha commentato Bonanni - che Landini dia le garanzie di rispettare la volontà della maggioranza e dia alla Cgil la possibilità di dare più valore a quello sottoscritto insieme a noi. Quando c'è una maggioranza anche la minoranza, nonostante altre opinioni, si accoda e rispetta gli accordi. È la questione per cui abbiamo litigato fino ad ora".
Sui 700 milioni di euro d'investimento alla Sevel si è espresso anche il Segretario generale Fim Cisl, Giuseppe Farina, ricordando che "gli annunciati e significativi investimenti assicureranno futuro e benessere per i lavoratori e il territorio abruzzese". "Oggi - ha osservato - è una bella giornata per i lavoratori di Sevel, non è invece affatto condivisibile l'affermazione sullo stop degli investimenti già' programmati su Mirafiori e Cassino, a causa di un quadro normativo reso più' incerto dalla sentenza della Corte Costituzionale. L' esigibilità degli accordi in Fiat oggi e' assicurata, a conferma di questo ci sono gli accordi in Sevel. La richiesta d'incontro che la Fiom ha avanzato a Fiat e' una buona notizia, se significa che la Fiom ha capito i propri errori e riconosce gli accordi sindacali fatti in Fiat; in caso contrario, temo sarà solo una perdita di tempo e l'ennesima occasione che la Fiom spreca. In ogni caso, le relazioni sindacali stabilite dagli accordi proseguiranno, così come dovranno proseguire i programmi d'investimento che l'ad di Fiat si e' impegnato a realizzare in tutti gli stabilimenti Italiani del gruppo".

lunedì 8 luglio 2013

APPELLO PER IL RISPETTO DELLA DEMOCRAZIA NELLA CGIL



Nel quadro del pesante attacco padronale e governativo alle condizioni di vita delle lavoratrici e dei lavoratori e dei gravissimi restringimenti alla democrazia nel paese, è in atto all’interno della Cgil un pericoloso e pesante attacco contro i delegati combattivi e dirigenti non allineati: richiami, ammonizioni, avvertimenti, sgambetti, pressioni, fino ad arrivare a episodi di licenziamento di funzionari critici.


mercoledì 3 luglio 2013

VERSO IL PROGRAMMA DI GOTHA DELLA RETE28APRILE


Abbiamo segnalato solo ora sul sito nazionale questo testo perché per un disguido non abbiamo fatto in tempo il 29 Giugno scorso. Il testo si riferisce all'assemblea della R28A di quel giorno, ma è ancora attuale in vista del congresso e soprattutto in vista del nostro documento alternativo (Mercoledì 18 Settembre 2013).


****************

di Lorenzo Mortara
Rsu Fiom-Cgil Rete28Aprile


Premesso che come R28A, se vogliamo davvero andare lontano, dovremmo almeno risolvere i problemi più semplici, quali gli interventi dei compagni alle nostre assemblee. Non è possibile che ancora oggi si ripetano vecchi errori, e non si abbia un metodo chiaro e trasparente in merito. Basterebbe annunciare sul sito, con la data e il luogo dell’assemblea, anche che all’arrivo i compagni troveranno sul tavolo un foglio su cui iscriversi per l’intervento. Dopo di che, prima di iniziare la relazione, si annunceranno il numero di interventi e si dividerà il tempo a disposizione in parti uguali, così si avranno un’assemblea e degli interventi il più democratici possibile.
Detto questo, visto che non ho potuto intervenire direttamente all’assemblea del 29 Giugno, espongo in forma di tesine il mio contributo critico, anche come tentativo per un rinnovamento della Rete28Aprile stessa.


CRISI AL PUNTO DI NON RITORNO




di Sergio Bellavita
dal sito nazionale della Rete28Aprile



"Il paese precipita, crisi al punto di non ritorno".
Lo dicono senza mezzi termini due ministri del governo Letta: Giovannini e Zanonato rispettivamente ministro del lavoro e dello sviluppo, nello stesso giorno in cui sono stati resi noti i disastrosi dati sulla disoccupazione, sopratutto giovanile. Due ministeri chiave sul terreno sociale ed economico che quotidianamente gestiscono, o meglio dovrebbero farlo, vicende delle dimensioni dell'Ilva, Fiat, Indesit, Natuzzi, senza considerare le centinaia di silenziose chiusure di stabilimenti, di licenziamenti, il continuo crescere dell'intervento degli ammortizzatori sociali. Due ministri che tuttavia si muovono in totale continuità con le scelte di fondo dei governi precedenti. Lo stesso presidente di Confindustria Squinzi ha confessato nei giorni scorsi la drammaticità della situazione, dal punto di vista produttivo e occupazionale, rispetto alla quale non si vede la fine del tunnel. Più attenuate, per assurdo, le dichiarazioni dei vertici di Cgil Cisl Uil, evidentemente preoccupati di dover corrispondere in qualche modo alla crescente domanda sociale e di dover dimostrare ad ogni costo di avere peso e ruolo nei confronti delle scelte del governo, sino alla persino entusiastica adesione ai provvedimenti, peraltro inutili e dannosi, decisi dal governo con il decreto lavoro.

lunedì 1 luglio 2013

L'ASSEMBLEA DELLA RETE DECIDE IL DOCUMENTO ALTERNATIVO AL CONGRESSO CGIL




Pubblichiamo il documento approvato all'assemblea nazionale della R28A del 29 Giugno 2013. Trovate il testo sul sito nazionale.


********************

L'assemblea nazionale della Rete28Aprile-Opposizione CGIL conferma la scelta di presentare un documento globalmente alternativo alle posizioni della segreteria confederale nel prossimo congresso. Rivolge un appello a tutti i militanti, delegati, lavoratrici e lavoratori che pur non aderendo all'area programmatica condividono la necessità di opporsi alla deriva della CGIL ed alle pesantissime condizioni imposte oggi a tutto il mondo del lavoro. Costruiamo assieme un percorso plurale unitario e partecipato per la battaglia congressuale che sia espressione del più vasto dissenso possibile nei confronti della maggioranza CGIL. Il congresso è un'occasione straordinaria per accrescere e rafforzare un'area interna di opposizione ma soprattutto per la scelta di fondo, costituente per la nostra esperienza, di essere parte del processo di costruzione di un nuovo antagonismo sociale, della necessaria discesa in campo di nuove generazioni di uomini e di donne che rompano la pace sociale imposta dalla scelta complice e corporativa di Cgil Cisl Uil ed apra una nuova stagione di conflitto.

Il nostro primo obiettivo, per queste ragioni, resta quello della rottura della passività e della stagnazione sociale per giungere ad un movimento generale di lotta contro le politiche di austerità e chi le sostiene; questo obiettivo comporta sia la iniziativa concreta sia la definizione della piattaforma. Questo obiettivo è in contrasto pratico e teorico con il regime di pace sociale governato dal sistema PD, dal governo e dalla alleanza corporativa di CGIL, CISL, UIL e Confindustria.

La Rete 28 Aprile opera dunque in aperto e visibile contrasto con il regime di pace sociale ed con i suoi gruppi dirigenti politici e sindacali.

La Rete è dunque impegnata nella costruzione di un ampio fronte sociale, assieme a tutte le forze antagoniste politiche, sindacali e ai movimenti sociali e ambientali, per un movimento generale contro le politiche d'austerità, il patto sociale.

Riduzione d'orario, salario, reddito, abbassamento della età pensionabile, estensione del pubblico nei servizi sociali, rilancio della scuola e della sanità pubblica, nazionalizzazioni, blocco dei licenziamenti, rottura di ogni subordinazione contrattuale della condizione di chi lavora, questione Europa, rottura delle compatibilità e delle subordinazioni della politica economica e sociale al rispetto dei dettami della Bce e dell'Unione europea: sono questi i principali punti sui quali costruire sia una piattaforma generale alternativa alla austerità e al patto corporativo, sia il documento congressuale alternativo.

La lotta alla precarietà, alla flessibilità e allo sfruttamento sono da un lato parte della piattaforma e della lotta generale, anche rilanciando l'iniziativa contro le leggi e i contratti che dal Pacchetto Treu in poi hanno massacrato i diritti del lavoro. Da un altro però devono diventare una guerriglia rivendicativa che apre conflitti ovunque possibile. Decisiva la iniziativa dei e verso i migranti. La Rete sostiene esplicitamente le lotte che rompono la tregua, dei migranti della logistica ai tranvieri di Bologna e Firenze.

Particolarmente grave è la situazione dei lavoratori e delle lavoratrici del settore pubblico. I loro contratti e i salari sono ormai bloccati da anni e tale blocco è stato recentemente prorogato con un consenso parlamentare che ha perfino travalicato la maggioranza di governo. Nei settori pubblici continua a dilagare la precarietà, mentre i servizi pubblici (come ad esempio la scuola e la sanità) sono soggetti a pesanti tagli e a operazioni di privatizzazione con gravi ricadute sull'occupazione e sulla qualità e la quantità dei servizi ai cittadini.

Un'attenzione particolare, forse nuova per la Rete e più in generale per le sinistre sindacali, va prestata alla questione delle e dei pensionate/i. Non solo sostenendo la necessità di difendere e di rilanciare la previdenza pubblica, in via di smantellamento, me anche comprendendo il nuovo e importante ruolo che i pensionati e le pensionate a volte hanno nel sostegno alle famiglie colpite dalla crisi e dalla caduta dell'occupazione.

L'accordo sulla rappresentanza è un vero e proprio spartiacque nella storia politica e sociale del paese. Ogni minimizzazione della sua gravità o è in malafede, o è la manifestazione di una illusione politica comprensibile ma in fondo priva di realismo, quella di poter continuare ad operare così come si è operato in questi anni. Dobbiamo costruire una grande campagna di informazione su questo accordo, che la CGIL ha approvato violando lo Statuto e che i militanti non conoscono.

Il modello sindacale a cui fa riferimento questo accordo è quello aziendalistico americano, inquadrato nella concertazione burocratica e autoritaria del nostro paese. Definire questo accordo patto sociale è una semplificazione superficiale che ne attenua la portata. Questo accordo è un patto di complicità assoluta tra sindacati riconosciuti e imprese.

Questo accordo è la estensione ovunque delle relazioni sindacali Fiat. Per questo è particolarmente grave e significativo che proprio il gruppo dirigente FIOM e la ex minoranza della “Cgil che vogliamo” sostengano e perfino rivendichino questo accordo. La concertazione non è più triangolare ma bipolare tra parti sociali unite da un lato e casta politica e governo dall'altro. È il successo del modello corporativo CISL che assorbe totalmente la CGIL, che non a caso sempre più spesso manifesta senza angosce assieme ai padroni.

Ma la gravità dell'accordo sta ovviamente nel suo carattere autoritario e incostituzionale. Chi non accetta la complicità non ha diritti sindacali, dentro e fuori CGIL, CISL, UIL e UGL.

Dunque rispetto a questo accordo non si può semplicemente dissentire, ci si deve opporre. Bisogna rendere inesigibile il patto sulla esigibilità. Bisogna agire sul piano della vertenzialità nei luoghi di lavoro, su quello della lotta politica e su quello della iniziativa istituzionale, rilanciando la campagna per una legge sulla rappresentanza che cancelli l'accordo, assieme a tutte le forze politiche, sociali ed ai movimenti che si oppongono al patto che istituzionalizza le politiche d'austerità.

Una parte grande del mondo del lavoro è oggi fuori da CGIL, CISL, UIL e UGL. Non solo quello non sindacalizzato, precario, migrante. E non solo quella minoranza che aderisce ad altre organizzazioni sindacali. Ma anche quella parte del lavoro sindacalizzato che lotta agisce in generale fuori dal contesto confederale, se si escludono i metalmeccanici.

Le lotte per il lavoro di fronte alla chiusura delle aziende sono le uniche sinora ad avere una preponderanza di direzione CGIL, CISL e UIL e, non a caso, si sono quasi tutte concluse con l'accettazione della chiusura delle aziende.

La Rete deve dunque operare per estendere le pratiche di autorganizzazione unitaria nel mondo del lavoro. Come esempio abbiamo la lotta della scuola ove i coordinamenti dei precari sono stati decisivi nel solo movimento che ha ottenuto un parziale successo.

La Rete lotta per affermare il sindacalismo democratico e vertenziale, dei lavoratori e delle lavoratrici. Lottiamo contro la burocratizzazione e la degenerazione della vita interna del sindacalismo confederale.

Il maccartismo e la repressione del dissenso, la centralità crescente delle funzioni e delle entrate di servizio e del bilateralismo, la rigida selezione dei gruppi dirigenti sulla base della fedeltà hanno raggiunto livelli, almeno per la CGIL, estranei alla storia e alla esperienza del sindacalismo italiano.

Quindi la lotta contro il sindacalismo degli enti bilaterali deve essere centrale per la Rete. Dobbiamo affermare il principio che un sindacato vive solo del contributo degli iscritti, e che le iscrizioni devono essere periodicamente rinnovate.

La lotta e la denuncia contro la burocrazia sindacale, parte della casta politica che sostiene il governo di larghe intese, deve essere visibile per incontrare il malessere e la sfiducia dei lavoratori; mai dobbiamo apparire come coloro che hanno qualcosa da difendere nel palazzo sindacale, ma anzi dobbiamo essere i primi a contestarlo.

Il nostro obiettivo è quello di mettere in rete e organizzare, anche dopo il congresso tutte e tutti coloro che in CGIL non accettano, non si arrendono alla deriva corporativa e complice e vogliono lottare. Non siamo interessati alla testimonianza e neppure alla “correntina” che sta nelle nicchie del potere. La nostra battaglia vuole essere parte di una battaglia più generale per la ripresa del conflitto sociale nel nostro paese.


In sintesi gli elementi della lotta congressuale sono:

· Una posizione chiara e semplice sugli obiettivi del lavoro oggi, contro la austerità e la complicità sindacale. Un documento piattaforma spendibile subito.

· La condanna della passività e della degenerazione burocratica di CGIL, CISL, UIL, la rivendicazione di lotta e democrazia e di indipendenza dal governo e dai partiti, PD in particolare.

· La richiesta formale, prima dell'avvio del congresso, di regole democratiche, trasparenza anti brogli, par condicio tra le posizioni.


Sarà necessario un piano di lavoro, di organizzazione e di responsabilità, da definire prima della ferie, che copra tutto il territorio nazionale. Il gruppo dirigente nazionale deve poter intervenire là ove ci sono ritardi, assenze o incomprensioni che impediscano l'avvio del lavoro organizzato dei collettivi della Rete. L'assemblea su questo dà preciso mandato al gruppo dirigente nazionale della Rete, che va verso un necessario e inevitabile avvicendamento e che va allargato a nuove forze, soprattutto delegate e delegati nei luoghi di lavoro.

Va lanciata una campagna di adesione e di sottoscrizione.

Il nostro sito, che mantiene costante e crescente consenso, deve diventare definitivamente il nostro primo strumento di intervento e di comunicazione. Ma decisiva è la presenza fisica dei militanti della Rete nelle lotte e rispetto ai luoghi di lavoro.

L'annuncio del documento alternativo e dei suoi contenuti e scopi deve essere sintetizzato in un volantino che dovrà essere distribuito ovunque con un piano verificato a livello nazionale.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...