sabato 28 dicembre 2013

COORDINAMENTO "IL SINDACATO È UN'ALTRA COSA"


Report coordinamento nazionale del 23 dicembre: 
valutazioni politiche e prossimi impegni organizzativi



Il coordinamento nazionale del documento alternativo "Il sindacato è un'altra cosa" si è riunito il 23 /12 e ha definito le seguenti valutazioni politiche e scelte organizzative.

COMUNICATO COORDINAMENTO NAZIONALE "LA CGIL CHE VOGLIAMO" FP



Adesione e sostegno al Documento Congressuale “Il sindacato è un'altra cosa”.

È ufficialmente partito il XVII Congresso della CGIL. Un congresso dovrebbe essere in primo luogo l’occasione per fare un bilancio di quanto fatto dal gruppo dirigente, e questo bilancio è fallimentare. Non uno dei problemi che la crisi ha determinato, non una delle scelte politiche dei governi che si sono succeduti in questi anni, colpendo frontalmente i lavoratori e i servizi pubblici, sono stati affrontati in maniera adeguata. Il Contratto Nazionale era e resta tuttora bloccato. I pochi Contratti Nazionali sottoscritti dal gruppo dirigente della FP CGIL, quelli dei comparti privati, hanno prodotto un arretramento sotto tutti i punti di vista.

martedì 24 dicembre 2013

APPELLO AGLI ISCRITTI CGIL PER IL XVII CONGRESSO



Pubblichiamo, qui nella versione integrale, l'appello che esce oggi su La Sesia, principale giornale di Vercelli. Nel riquadro la versione ridotta del giornale.

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La Cgil va a Congresso nella primavera del 2014. A gennaio cominciano le assemblee per presentare le mozioni. Due i documenti che si confronteranno: quello della maggioranza firmato pressoché da tutti, da Camusso e Landini, e quello della minoranza firmato da Cremaschi della “Rete28Aprile” e da altri dirigenti come Scarpa e Peroni della Filcams. 

domenica 22 dicembre 2013

TORINO 23/12 ORE 16:30 CAMERA DEL LAVORO: RIUNIONE ADERENTI AL DOCUMENTO ALTERNATIVO


Le compagne e i compagni aderenti al documento alternativo IL SINDACATO È UN'ALTRA COSA, si ritrovano lunedì 23 Dicembre alle ore 16:30 a Torino, alla Camera del Lavoro di Via Pedrotti, in Sala Pugno.

Sarà l'ultima riunione prima della partenza delle assemblee di base nei posti di lavoro, e sono molti gli argomenti da discutere per organizzarci.
RICORDIAMOCI SEMPRE CHE È LA PRATICA DELLA DELEGA E DELL'INFANTILIZZAZIONE CHE HA PERMESSO LA NASCITA DEGLI APPARATI SINDACALI. 
Non basta scrivere un buon documento, bisogna IMPORSI pratiche diverse, altrimenti attraverso piccoli ed inconsapevoli smottamenti si diventa come gli altri.
Vi aspettiamo!

sabato 21 dicembre 2013

GLI AVANZI DEL NUOVO


di GIORGIO CREMASCHI
dal sito nazionale della r28a


Il peggior lascito del ventennio berlusconiano si chiama Matteo Renzi. Nonostante il colpo di fulmine che ha provocato in Maurizio Landini, penso che il segretario del PD rappresenti l'ennesima riverniciatura delle politiche liberiste che ci han portato a questa crisi e che ora la stanno aggravando. Lo dimostrano i primi suoi atti di governo.

mercoledì 18 dicembre 2013

COMITATO CENTRALE FIOM 16/12: NOTA DI S. BELLAVITA





Il comitato centrale della Fiom dello scorso lunedì ha approvato, tra le nostre proteste e l'assenza della maggioranza qualificata, un dispositivo che autorizza a tenere le urne aperte, dopo l'assemblea congressuale, su due giorni. L'obbiettivo non è quello di far partecipare il più possibile i lavoratori alla discussione ma fare il pieno dei voti. Esattamente il sistema che la stessa Fiom ha subito nello scorso congresso.
L'omologazione dei gruppi dirigenti della maggioranza è passata da tempo. Lo dimostra la passività con cui subisce le repentine svolte e contro svolte, a suon di interviste, di Landini. Dirigenti passati dal plauso all'appello ai partiti del giugno 2012 sui 9 punti, all'abbraccio con i centri sociali, dal partito Fiom alle simpatie grilline per poi ritrovarsi reclutati a un Renzi che oggi, anche grazie all'operazione del quotidiano Repubblica e all'uso della Fiom, si propone di cancellare ogni residua tutela dal licenziamento con la sua proposta di contratto unico, cavallo di battaglia di Ichino, dopo la demolizione dell'art.18. La sequela è davvero impressionante. Eppure, nonostante il fallimento di un linea politica e sindacale che ha dismesso ogni antagonismo sociale sino a portare i metalmeccanici nell'alveo del governo dell'inciucio, nessun dirigente ha avuto il minimo dubbio sulla bontà dell'abbraccio Landini-Renzi. Anzi, con incredibile utilizzo di banalità e luoghi comuni, si è spacciato quell'abbraccio per la necessaria interlocuzione con chi sta al governo!!! In Lombardia c'è Maroni, nel Pd Renzi!
Noi invece siamo indignati di essere apparentati a Renzi, al partito di governo: il Pd, il maggior responsabile, insieme al sindacalismo confederale del crollo della condizione di vita per milioni di uomini e donne in questo paese.
Per questo abbiamo presentato un odg che riaffermava l'indipendenza della Fiom dalla politica. 
Il clima in Fiom è pessimo, dopo la cacciata della sinistra sindacale dalla segreteria nazionale e la marginalizzazione dei compagni e delle compagne che vi aderiscono, diversi dirigenti di peso della maggioranza alludono quasi esplicitamente alla necessità di un rinnovamento presentato come una minaccia per qualcuno, parlano di gruppi dirigenti coerenti con la linea nazionale. Altro che confronto democratico, ricchezza del pluralismo e battaglia delle idee in Cgil! Per qualcuno questo è il congresso delle epurazioni! 



Odg presentato al cc

Il comitato centrale ritiene necessario precisare che le dichiarazioni del segretario Maurizio Landini su Renzi e il PD rappresentano il suo punto di vista personale e non impegnano in alcun modo la Fiom che continua a rivendicare la piena autonomia e indipendenza dalla politica e dai partiti.
Respinto con 8 voti a favore.

RENZI VIA L'ARTICOLO 18, LANDINI: W RENZI!



Lo staff di Renzi sta preparando una legge che toglie l'art.18 a tutti i nuovi assunti (leggi la notizia su Il Fatto). La stessa contro cui si sono ribellati in Francia. Pochi giorni fa, Landini aveva esaltato il nuovo segretario del PD....

Landini: "Con il sindaco si può voltare pagina, 
su lavoro e diritti battaglia comune". 
La Repubblica


mercoledì 11 dicembre 2013

CAMUSSO E LANDINI ALLA CORTE DI RENZI


di Giorgio Cremaschi



In un convegno organizzato dalla FIOM a Bologna Susanna Camusso ha affermato che lo sciopero generale non basta più. Siccome è difficile credere che con ciò la segretaria della CGIL volesse annunciare il passaggio a forme di lotta rivoluzionarie, è probabile che sia giusta la interpretazione che ne ha voluto dare la stampa: basta con lo sciopero generale. Ma quanti scioperi generali ha fatto la CGIL in questi ultimi anni? L'ultimo che tutti i lavoratori ricordano con rabbia è quello di tre ore per non fermare la riforma Fornero delle pensioni. Uno sciopero finto, fatto per circostanza e con la chiarissima intenzione di non procurare difficoltà al governo Monti appena insediato.

LA FIOM PERDE ANCORA: IL CASO INDESIT



DAL SITO NAZIONALE

DELLA RETE28APRILE


Dopo il tracollo alle elezioni Rsu Ilva di Taranto, la Fiom di Landini è stata clamorosamente sconfitta nel referendum sull'intesa separata Indesit. Nonostante l'appello alla bocciatura fatto dalla Fiom il voto, a larghissima maggioranza, conferma l'intesa. Un laconico comunicato della segreteria nazionale prendeva atto del pronunciamento dei lavoratori e annunciava la sottoscrizione dell'accordo. 

CGIL E RENZI: PRIME REAZIONI



Riportiamo un articolo di Repubblica con le prime reazioni della Camusso all'elezione di Renzi alla guida del PD. La burocrazia Cgil è indubbiamente legata alla componente ex-comunista (comunista si fa per dire...!) del PD. Ma chi crede che questo crei dei problemi ai dirigenti Cgil crediamo resterà deluso. Come 3/4 del Partito PD si è scoperto renziano salendo all'ultimo minuto sul carro del rottamotore, alla stessa maniera noi pensiamo che 3/4 della burocrazia Cgil non avrà problemi a passare dalla parte del nuovo segretario piddino. Anzi, non essendo direttamente coinvolta nelle beghe del partito, avrà ancora meno complicazioni di chi è nel PD. La recente dichiarazione della Camusso che riduce l'importanza degli scioperi generali come forma di lotta, ci pare già come la prima apertura della Cgil al nuovo che avanza ancora più spedito nella solita direzione...


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Repubblica 9.12.13
E ora la partita con la Cgil 
avversaria di sempre
di R. Ma.



ROMA — Non c’è nemmeno un renziano nel Direttivo della Cgil. Ed è la prima volta che il leader del partito erede anche della tradizione comunista non abbia alcun riferimento tra i dirigenti del più grande sindacato italiano (circa sei milioni di iscritti), casa comune da sempre di tutta la sinistra. Ora è quasi un sindacato senza più partito. «A suo modo una svolta epocale. Uno scenario inedito per il sindacato italiano che è vissuto di sinergie con la politica», sostiene Marco Revelli, politologo, studioso della crisi dei partiti. Cosa cambierà lo si potrebbe già capire oggi, dalle parole che Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, utilizzerà nel messaggio di congratulazioni che invierà al nuovo segretario del Pd. Perché la Cgil non ama Renzi. E Renzi non ama la Cgil. Però già ieri sera Camusso commenta: «Se ci rispetta, la Cgil sarà il suo interlocutore forte».
Nelle ultime riunioni del parlamentino di Corso d’Italia si è alzata solo una vocetendenzialmente simpatizzante verso il sindaco, quella di Beniamino Lapadula, ex responsabile del Welfare, ora consigliere del Cnel. Lapadula non si è schierato apertamente con Renzi ma è tra i firmatari del documento di Goffredo Bettini, l’ex coordinatore della segreteria Veltroni, regista dell’elezione di Ignazio Marino a sindaco di Roma che ieri ha votato per Renzi. Un documento, quello di Bettini, con un’accusa durissima al gruppo dirigente del Pd definito «oligarchico». «Renzi — dice Lapadula — può rappresentare una svolta per la prospettiva di governo del Paese. C’è bisogno di innovazioni profonde. Serve anche al sindacato. In Cgil ho voluto dire che non mi convinceva l’attacco a Renzi». Attacco capeggiato dal capo dei pensionati, Carla Cantone, e da quello dei bancari Agostino Megale.
Ora gli uomini dello staff della Camusso sostengono che nell’ultimo libro dell’economista renziano Yoram Gutgeld ci siano molte proposte della Cgil, finanche quella della patrimoniale. Ma è sul mercato del lavoro che Renzi la pensa come il giuslavorista ex pd Pietro Ichino. E allora quando quelle proposte arriveranno sul tavolo del partito lo scontro sarà probabilmente senza precedenti.
(r. ma.)

martedì 10 dicembre 2013

NOTA SUL PRESIDIO FIOM (ANTIFORCONI) A TORINO



Stamattina (ieri, ndr), nostro malgrado, siamo stati protagonisti del "civile confronto" con uno spezzone dei forconi al presidio organizzato dalla Fiom a Torino davanti alla sede della Regione Piemonte.
Eravamo lì, tra le altre cose, per distribuire il volantino della presentazione di  venerdì in via pedrotti del documento alternativo, ma dopo duecento insulti agli operai e trecento invocazioni "all'amico poliziotto uno di noi (sic!)" non abbiamo resistito, e abbiamo riproposto, anche con invidiabili doti canore, il pezzo forte dell nostro storico repertorio: "Bella Ciao".

giovedì 5 dicembre 2013

ILVA E VIRGOLA di S. Bellavita




di Sergio Bellavita


Nell'agosto del 2012 davanti alla pesante contestazione da parte di centinaia di lavoratori dell'Ilva di taranto del comizio di Cgil Cisl Uil, mi permisi di invitare ad una riflessione profonda il sindacato e a non sottovalutare quel segnale. Quell'invito venne liquidato da Landini, dalla segreteria di Taranto e dalla maggioranza del gruppo dirigente Fiom come un regalo a teppisti da stadio e delinquenti comuni e divenne parte del processo che di li a pochi mesi operò la mia destituzione da segretario nazionale con la rottura della maggioranza congressuale che aveva retto la Fiom dal 2002. 

mercoledì 4 dicembre 2013

LA CGIL ALLE PRIMARIE? NO, GRAZIE! - di G. Cremaschi


di Giorgio Cremaschi

La mail di sostegno a Cuperlo che gira nelle sedi dello SPI, il sindacato pensionati che organizza la metà di tutti gli iscritti alla CGIL, non è solo un goffo infortunio, ma un segno chiaro della crisi del primo sindacato italiano. La CGIL, per il bene suo e di chi rappresenta, farebbe bene a tagliare il cordone ombelicale che lega i suoi gruppi dirigenti al PD. Come fa un leader della CGIL ad essere credibile nella critica all'austerità, quando ci sono questi legami con il principale partito dei governi dell'austerità? Il collateralismo con i partiti e i governi è sempre stato un male per il sindacato. Non a caso questo termine è stato inventato nella CISL, quella di una volta che sentiva il bisogno di allontanarsi dalla DC, non quella di oggi collaterale a tutto.

TORINO 13/12 ORE 16:30 - PRESENTAZIONE DOCUMENTO ALTERNATIVO: IL SINDACATO È UN'ALTRA COSA


IL SINDACATO È UN'ALTRA COSA

Carissime compagne e compagni, vi invitiamo  alla discussione di presentazione del documento alternativo, il secondo, per il XVII CONGRESSO DELLA CGIL che inizierà con le assemblee nei luoghi di lavoro a partire dal mese di gennaio.

Venerdì 13 dicembre 2013
Camera del Lavoro – Via Pedrotti, 5 Torino
Dalle 16,30 alle 19,30
Interverrà Giorgio Cremaschi
(primo firmatario del documento alternativo 
“IL SINDACATO E’ UN’ALTRA COSA”)
GLI ISCRITTI ALLA CGIL PER IL SINDACATO È UN’ALTRA COSA

lunedì 2 dicembre 2013

SCHIAVITÙ A CHILOMETRO ZERO



di Giorgio Cremaschi

dal sito nazionale della r28a


Le persone bruciate vive nelle fabbriche tessili segnano la storia dello sviluppo industriale e delle condizioni di lavoro. La stessa data dell'8 marzo ricorda la strage di operaie avvenuta per il fuoco più di un secolo fa negli Stati Uniti.
Dopo aver percorso il mondo con la sua devastazione costellata di stragi di lavoratori, ora, grazie alla crisi, la globalizzazione torna là da dove era partita, e anche da noi si muore come nel Bangladesh o in Cina. 
Negli Stati Uniti questi laboratori di migranti che si installano nelle antiche zone industriali li chiamano "swet shops", fabbriche del sudore. 
Da noi la strage di operai cinesi a Prato è stata presentata cercando la particolarità estrema, quasi come fatto di costume.
Si è messo l'accento sulla particolare chiusura in sé della comunità cinese, fatto assolutamente vero, quasi per derubricare quanto avvenuto. E soprattutto per non affrontare la questione vera, che in Italia la produzione industriale e il lavoro nei servizi stanno affondando nelle condizioni di quello che una volta si chiamava terzo mondo. 
La questione non è che i morti sono cinesi, ma che in Italia si lavora come schiavi per paghe vergognose, e che questo può toccare a tutti. Perché c'è chi ci guadagna a mettere il proprio marchio su ciò che viene fatto per pochi centesimi, e la svalutazione dei nostri redditi ci pesa un po' meno se possiamo comprare indumenti a basso prezzo. Prima si dovevano trasportare da lontano le merci prodotte dagli schiavi, ora la strada è più corta perché gli schiavi li abbiamo in casa. I margini di profitto crescono con la schiavitù a chilometro zero. 
Se non si ferma la macchina infernale della globalizzaIone, se non si ridà forza e dignità al lavoro quale che sia il colore della pelle o il taglio degli occhi di lo fa. Se si continua a parlare di competitività e produttività a tutti i costi. Se si continua ad accettare come fatto inevitabile che il lavoro sia sfruttato qui, tanto sennò lo sfruttano lì. 
Se continueremo a considerare con riprovazione domenicale ipocrita, il culto che Papa Francesco ha chiamato del Dio Denaro. Se continueremo a sprofondare verso il capitalismo ottocentesco, di quel capitalismo subiremo sempre di più la ferocia. 
Se vogliamo fermarci, cominciamo a dire che a Prato son stati uccisi sette operai, come alla Tyssen krupp di Torino. Non sette cinesi, ma sette operai vittime in Italia dello schiavismo della globalizzazione.

domenica 1 dicembre 2013

QUEL CHE MANCA AL NOSTRO DOCUMENTO



All’assemblea di Bologna si era insistito molto sulla questione del metodo, affinché il nostro documento non si riducesse a una semplice lista della spesa un po’ più radicale di quella proposta dalla maggioranza. Mi sembra invece che le 18 pagine del documento siano state riempite con le nostre rivendicAZIONI, in linea di massima condivisibili, lasciando però poco spazio al problema del metodo che è fondamentale. Perciò proprio alla fine aggiungerei un paragrafo molto breve che potrebbe essere intitolato così:
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