domenica 27 luglio 2014

ALITALIA: IL PUZZLE DEL DISASTRO SINDACALE


di Sergio Bellavita
dal sito nazionale della rete28aprile


La vicenda Alitalia può essere ben rappresentata dall'immagine di un puzzle. Ci sono tre accordi: il primo fa i licenziamenti e spezza l'azienda, il secondo taglia gli stipendi ai soli salvati, il terzo fa il contratto del settore a valle degli altri due e recepisce il testo unico sulla rappresentanza. Ogni accordo è complementare all'altro. Protagonisti sono diversi sindacati: qualcuno firma i licenziamenti altri no, qualcuno firma il taglio delle retribuzioni e il contratto altri no, tuttavia tutti hanno firmato qualcosa. La prima considerazione è che i sindacati in Alitalia sono anch'essi, come gli accordi , complementari tra loro. Il giochino di non firmare i licenziamenti ma tutto o parte del resto è solo un atto di inaccettabile ipocrisia sindacale.
La verità è che l'insieme di tutti i pezzi compone il puzzle Alitalia, emblema del disastro sindacale di questa fase. In primo luogo perché tutto è accaduto nel più assordante silenzio. Nessuna mobilitazione, nessuna battaglia peraltro neanche minacciata. In secondo luogo perchè non ci sono solo Cgil Cisl Uil Ugl nella vicenda, questa volta nel disastro c'è anche l'Usb, il maggiore tra i sindacati di base, firmatario del piano “risparmi”. Proprio di fronte ad una vertenza che apre un precedente drammatico per il mondo del lavoro, che ha indubbiamente un nefasto valore generale su licenziamenti e taglio delle retribuzioni era lecito attendersi almeno il tentativo di una battaglia sindacale, almeno da parte dell'Usb. Una vertenza che poteva essere il banco di prova della resistenza del sindacalismo conflittuale al modello della complicità del 10 gennaio, al sistema derogatorio e dell'austerità imposto da Cgil Cisl Uil si è purtroppo rivelato un vero e proprio crollo. Non è nostra intenzione processare il gruppo dirigente che ha sottoscritto l'accordo, ma è noto che non abbiamo mai lesinato critiche anche feroci ai gruppi dirigenti del nostro sindacato, Fiom compresa, quando hanno ceduto alla difesa dell'organizzazione sacrificando quella dei lavoratori e delle lavoratrici. Così come è noto che siamo impegnati da sempre al processo di ricostruzione del sindacato di classe in questo paese. Per queste ragioni denunciamo la gravità di questa scelta. Così come, disobbedendo alla Cgil, abbiamo augurato sempre pieno successo alle mobilitazioni del sindacalismo di base, gli diciamo oggi che la firma Alitalia è un grave errore. Teorie e pratiche non si possono distinguere. Vale per i percorsi che si mettono in campo e vale sopratutto per i lavoratori che misurano sempre il sindacato per quello che fa e prova a fare. E' urgente una riflessione rigorosa e priva di retorica sul sindacalismo conflittuale davanti alla crisi e al modello corporativo. Il rischio che tutta l'iniziativa sindacale si adatti progressivamente all'aziendalismo ed alla contrattazione di restituzione è un rischio serio. Vale per tutti, nessuno escluso.

Sergio Bellavita
portavoce nazionale "il sindacato è un'altra cosa"

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