giovedì 16 maggio 2013

I DELEGATI FIOM DELLA FIAT SUL PATTO SOCIALE


dal sito nazionale della RETE28APRILE


Il Comitato Direttivo Cgil riunitosi il giorno 22 aprile 2013, nell’ordine del giorno si esprime dando “un giudizio positivo sulla ripresa del confronto unitario nel sindacato e dà mandato alla Segreteria” (…) “di definire con CISL e UIL il documento unitario da varare alla riunione degli esecutivi del giorno 30 aprile” (…) “ Allo stesso modo il Comitato Direttivo della CGIL dà mandato alla Segreteria per proseguire la trattativa con Confindustria sulle nuove regole su democrazia e rappresentanza sulla base dei principi comuni fin qui definiti con CISL e UIL”. Pur riconoscendo il diritto alla rappresentanza come essenziale strumento dei lavoratori espletato attraverso l’Organizzazione Sindacale, rigettiamo l’esigibilità dei contratti, se questo è nel merito l’argomento della discussione tenutasi dal CD qualche giorno fa, scarsamente divulgata nei contenuti e negli effetti. Riteniamo grave, incoerente e dannoso inoltre, dare mandato alla Confederazione, rinunciando a rappresentarne il volano etico e sociale, oltre che la coscienza sindacale e di classe di tutte le lotte che ha portato avanti, nel presente e nel passato. La scelta fatta tre anni fa a Pomigliano, di non cedere al ricatto per ristabilire e riconquistare la democrazia e la dignità in Fabbrica, per Noi è ancora linea attualissima e generalmente condivisa da tutta la piramide organizzativa dei rappresentanti dei Metalmeccanici…. Ebbene, l’accettazione preventiva delle norme dei contratti scelti a maggioranza, va nella direzione opposta, privando del diritto costituzionale allo sciopero, da tutti Noi e da sempre rivendicato più volte come indisponibile… ma destinato, pare, anche questo, ad essere sradicato dall’organizzazione, assieme al diritto al dissenso, alla collegialità delle decisioni, alla partecipazione diretta della base, a non esserne più sostanza, espressione e fondamentale strumento di libertà al nostro interno ed all’esterno, come fondamento verso ed attraverso il quale procedere! Tanta parte di noi ed in diverse occasioni ha cercato con coerenza ed apertura di chiedere una effettiva condivisione e collegialità delle scelte; senza avere risposte. Ormai questo, di fatto è diventato con evidenza lo stato delle cose che tacitamente e prepotentemente si è radicato nell’organizzazione, determinando momenti di grave rottura coi vertici, ed evidenziando una difficoltà oggettiva ad individuare obiettivi comuni. Stiamo " cambiando" il nostro meraviglioso Statuto, ormai reso “feticcio” strumentale di una battaglia intentata pare col solo fine di creare l’ennesimo sindacato di comodo, autoreferenziale e burocratizzato… a garanzia della propria Dirigenza; e che procede progressivamente e a grandi passi verso la completa esclusione della base… quella classe operaia già da tempo distante, e delle cui scelte e dei cui bisogni i Vertici dell’Organizzazione, dovrebbero essere interpreti e promotori. Solamente Noi, Lavoratori prima, e Delegati di Fabbrica poi, siamo legittimati a poterli esprimere con cognizione di causa, non altri! Rinnegare ora questo faticoso e ancora lungo percorso, costerebbe caro a tutti, Più che se non l’avessimo intrapreso affatto. Ed il Segretario Maurizio Landini ha più volte dichiarato nelle sedi deputate, che si sarebbe dimesso piuttosto che cedere al ricatto di Pomigliano, Ciò detto ,crediamo necessario superare l’analisi funzionale alla sola critica di ricerca ai colpevoli, innanzi tutto perché non concessa dalla condizione di progressiva esasperazione in fabbrica, di cui Fiat scrive manuale; in secondo luogo, in nome della responsabilità che ci siamo assunti alla scelta della militanza; ed in ultimo (ma solo per ordine) per le condizioni di sovraesposizione di lavoratori e delegati metalmeccanici resi ulteriormente vulnerabili dalle aspettative create. Dato per assunto che ognuno di noi sta in questo posto oggi, ieri ed ancora domani perché crede in quello che la Fiom cerca di compiere, chiediamo il blocco immediato di quel tavolo che per nulla ci rappresenta. Ed ovviamente un subitaneo incontro tra tutti i delegati che riparta da Fiat ed indotto, unifichi le lotte dei vari territori. Una discussione appropriata, decisa dalla base e partecipata generalmente (piuttosto che dividendo nord e sud come in quella di oggi!), nella quale sia possibile delineare una coerente risposta alle difficoltà di Noi Lavoratori; in assenza di una giusta alternativa, occorre procedere verso un distinguo, sia al nostro interno, che nella confederazione, sia verso le altre Organizzazioni. Un distinguo che si stabilisca nei fatti e non solo nelle manifeste volontà. Perché nessuno di noi pensa di avere la soluzione in tasca, ma crediamo che la nostra risorsa è di voler insistere per trovarla insieme, la confederazione ci ha già arrecato più volte dei danni irreparabili, “ci vorranno decenni di lotte per rialzare davvero la testa…”, a partire dalle varie aperture fatte a Cisl e Uil, che hanno confuso maggiormente i lavoratori che erano vicino alla Fiom e alla stessa Cgil. i delegati e direttivi fiom: Pina Imbrenda, Maria Labriola, Silvano Fanelli, Antonio Lamorte, Domenico De Stradis, Antonio De Stefano, Marco Pigniatelli, Antonio Gravinese, Principio Di Nanni (sata Melfi e indotto), Stefania Fantauzzi, Massimo Fierro, Domenico Cappella, Leonardo Di Maio, Ernesto Marcovicchio, Michele Papadopoli (fiat Termoli) Foggia , 11 maggio 2013


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