venerdì 14 giugno 2013

SITUAZIONE IN TNT

Lo scorso marzo la capogruppo olandese ha dato l'annuncio del piano di ristrutturazione a livello mondiale. A distanza di qualche mese è stata resa nota l'intenzione della TNT Italia di procedere alla messa in mobilità di 854 lavoratori sui 2.980 che compongono l'intero organico dell'azienda. Nonostante fosse una notizia attesa, l'entità dell'operazione è stata una brutta sorpresa per tutte le lavoratrici e i lavoratori: il piano "Deliver!" preannunciava 4.000 licenziamenti nell'intero gruppo composto da circa 80.000 dipendenti, il 5% della forza lavoro. 
In proporzione la TNT Italia taglia quasi il 30% dell'organico. Già in questi numeri è evidente la sproporzione tra ciò che ci si aspettava e quanto è stato comunicato. Per quale motivo un taglio così drastico? L'azienda porta a giustificazione l'andamento economico negativo degli ultimi tre anni e le scarse prospettive del mercato italiano. Chiederemo più dettagli su queste cifre, ma non ci sembrano tali da giustificare lontanamente una manovra di questo genere. 
TNT negli anni passati è cresciuta a due cifre macinando utili importanti. Non è la sola azienda di queste dimensioni che si trova ad affrontare la crisi economica ma è l'unica ad aver progettato una ristrutturazione di questa portata. Forse perché negli ultimi 13 anni ha cambiato lo staff dirigenziale innumerevoli volte e con esso la prospettiva strategica, aggravata dallo stallo di un anno durante il processo di mancata fusione con UPS. L'incapacità di adattare l'azienda alle mutate condizioni economiche viene oggi accollata ai lavoratori che pagano il prezzo di colpe che non hanno (come accade sempre in questi casi!). 
Il metodo unilaterale scelto dall'azienda nell'annuncio della messa in mobilità sconfessa un accordo firmato solo due mesi fa che prevedeva un passaggio di informazione e valutazione degli eventuali piani di ristrutturazione e porta la TNT allo scontro frontale con i lavoratori e le loro rappresentanze sindacali. 
Nel merito, l'enormità delle mobilità proposte nasconde un quadro ancora più preoccupante sul futuro di questa azienda: la prospettata concentrazione su nicchie di mercato e di clienti "profittevoli" non garantisce alcun risultato positivo e sembra mostrare di nuovo una grande confusione strategica. Non è illogico pensare che tempo un anno saremo punto e a capo. A meno che……? A meno che le strategie reali siano altre e al momento sconosciute ai più. A noi in questo momento non interessa né la dietrologia, tanto meno la futurologia. Attendiamo l'azienda al tavolo delle trattative per capire se effettivamente ha la volontà di salvare la TNT e i posti di lavoro a rischio oppure se ritiene di aver già succhiato tutto il sangue disponibile. Per quanto riguarda le RSA FILT-CGIL c'è unanimità di intenti per fare qualsiasi cosa per impedire che si compia questo ennesimo delitto.

1 commento:

  1. Ma se invece l'azienda fosse in crisi davvero allora i licenziamenti sarebbero giustificati? Oppure i lavoratori devono lottare contro i licenziamenti a prescindere dalle condizioni dell'azienda? Il sindacato deve difendere i lavoratori non proporsi quale capitalista migliore dei capitalisti attuali, sempre invocando la cattiva gestione aziendale della dirigenza ecc. ecc. La prospettiva generale non è in una impossibile buona gestione delle aziende e del capitalismo - che falliscono per le leggi intrinseche dell'economica capitalistica - ma nel superamento di questo modo di produzione, nella "abolizone del lavoro salariato" (Marx). La lotta deve essere contro i licenziamenti, punto. Altre considerazioni aprono solo varchi in cui la macchina idologica padronale fa facilmente breccia. E infine, la cosa più importante e fondamentale, è che DENTRO la fabbrica non c'è futuro per la lotta: la battaglia contro i licenziamenti deve essere solo il primopasso, ma deve essere costantemente indirizzata dalle avanguardie politiche e sindacali verso gli obiettivi generali della classe lavoratrice: riduzione dell'orario a parità di salario, slario pieno ai lavoratori licenziati.

    Mp

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