Riportiamo l'ordine del giorno presentato al Congresso regionale della Cgil del Piemonte che si è svolto a Torino dal 20 al 21 Marzo. Ovviamente è stato bocciato.
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Il
Congresso regionale della Cgil Piemonte, esprime radicale contrarietà
ai primi provvedimenti del Governo Renzi che colpiscono, come era
ovvio aspettarsi, i lavoratori.
La
riforma del contratto a termine e dell’apprendistato, rende la
precarietà interminabile e nasconde sotto l’apprendistato la
riduzione drastica del salario.
Viene
eliminata la causale tramite cui l’imprenditore doveva specificare
perché ricorreva al contratto a termine, e si dà la possibilità di
otto proroghe nell’arco di 36 mesi. In breve, ogni 36 mesi, un
precario verrà sostituito da un altro precario senza soluzione di
continuità.
Anche
per l’apprendistato viene meno ogni specificazione del percorso
formativo che prima era richiesto. Gli apprendisti potranno essere un
numero indefinito e quindi infinito, tanto più che saranno pagati al
35% di un salario “normale”. In pratica, per fare lo stesso
lavoro di un operaio a tempo indeterminato, si prenderà un
disoccupato o un precario e lo si chiamerà “apprendista” anche
quando avrà già appreso tutto quello che c’è da apprendere.
La
riforma del contratto a termine non è che il preludio di quello che
sarà il futuro Jobs
Act,
che non ha nulla a che vedere con il mondo dei lavoratori ma solo con
quello delle imprese. È la stessa stampa padronale a dirlo. Il 1°
Marzo, il Corriere
Della Sera,
in un trafiletto, ha ricordato cosa significa Jobs Act: non legge sul
lavoro, ma Jumpstart
Our Businnes Startup,
cioè la “legge per avviare le nostre società che cominciano”.
Naturalmente non sarà fatto solo per le società appena nate, ma
anche e sopratutto per quelle già navigate che non hanno intenzione
di morire senza prima aver fatto crepare di sfruttamento selvaggio
tutti i lavoratori che possono aver a disposizione gratis, tramite il
Jobs Act appunto che è il solito provvedimento a favore di lor
signori,
contro i lavoratori.
Il
Congresso della Cgil Piemonte, quindi, rettifica le recenti aperture
a Renzi e sia avvia a chiudere rapidamente ogni rapporto in vista
delle imminenti battaglie che attendono i lavoratori contro i
provvedimenti a senso unico del loro, nuovo, acerrimo nemico.
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