CON LA LOTTA DEI LAVORATORI AMT
E DELLE ALTRE AZIENDE COMUNALI
La “Rete 28 Aprile – Opposizione CGIL” sostiene pienamente e partecipa alla lotta dei lavoratori e delle lavoratrici di AMT e delle altre aziende che fanno capo al Comune di Genova, da AMIU ad ASTER, a Bagni Marina e Farmacie Genovesi, tutte quelle che, secondo il progetto di Delibera della Giunta comunale, dovrebbero essere privatizzate, del tutto o in parte.
Un progetto che indica una prospettiva di svendita di quel che rimane dei servizi pubblici, di beni comuni strategici che hanno un valore fondamentale per la popolazione di questa città, dal sistema di trasporto pubblico alla gestione del ciclo dei rifiuti, alla manutenzione delle strade, del verde pubblico, dell’illuminazione pubblica, ecc.
Si tratta quindi di una lotta che, insieme alle condizioni di lavoro e di salario, difende le condizioni per garantire una migliore vivibilità di tutta la cittadinanza. Come giustamente è stato scritto in uno striscione fuori da una delle rimesse AMT, “Stiamo lottando anche per voi”.
I lavoratori AMT sono oggi al terzo giorno consecutivo di sciopero totale. E’ una scelta importante e coraggiosa, perché hanno saputo osare, sfidando la legge antisciopero e la precettazione ordinata dal Prefetto. Per questo devono avere ancor di più il sostegno di tutti i lavoratori.
Occorre lavorare a mantenere un fronte unitario di lotta dei lavoratori di tutte le aziende partecipate contro le privatizzazioni. E quindi è ulteriormente importante che oggi anche i lavoratori ASTER siano scesi in sciopero, allargando la mobilitazione.
Così come è importante il sostegno di comitati, associazioni e movimenti cittadini che si raccolgono intorno al Forum dei Beni Comuni.
Non ci vengano a dire che non ci sono risorse. Le risorse per mantenere e migliorare il trasporto pubblico collettivo nelle grandi città vanno prese laddove ci sono. Per esempio, spostando i miliardi di finanziamento dalle Grandi Opere devastanti, come il TAV, a un piano generale di investimenti nel trasporto pubblico locale.
Giustamente, quasi la metà dei lavoratori AMT hanno recentemente votato contro l’accordo sindacale del maggio scorso, approvato con una risicata maggioranza del 53%, con cui si definivano ulteriori sacrifici economici e normativi per i lavoratori, e per di più con la certezza che non sarebbero stati certo sufficienti a consolidare una “messa in sicurezza” dell’azienda, in cambio di vaghe promesse, oggi pienamente smentite dal sindaco Marco Doria.
Ma oggi, anche al di là di vicende passate, è necessario saper mantenere nella vertenza la barra dritta, attraverso una lotta sindacale unitaria dal basso.
Non è più possibile che paghino i cittadini con il peggioramento del servizio, i tagli alle linee, l’aumento del biglietto e degli abbonamenti e i lavoratori AMT con la perdita di diritti e di salario.
NO ALLE PRIVATIZZAZIONI
SÌ ALLA DIFESA E ALLO SVILUPPO DEI BENI COMUNI
AVANTI CON LA LOTTA SINDACALE UNITARIA DAL BASSO
“Rete 28 Aprile – Opposizione CGIL” nella CGIL / Genova
riferimenti:
e-mail: rete28aprilegenova@gmail.com
tel.: 339.2118014 oppure 335.5686548
ciclinproprgenova21112013
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LA LOTTA SACROSANTA DEI TRANVIERI
di Giorgio Cremaschi
Il lavoro di conducente di mezzi pubblici nelle grandi città è oggi uno dei più duri e ingrati: vediamo tutti i giorni gli autisti impazzire nel traffico caotico. Noi diventiamo furiosi se veniamo bloccati per un'ora con la macchina nel traffico cittadino, immaginiamo chi deve guidare in quell'ingorgo per molte ore al giorno tutti i giorni.
Oggi un autista pubblico è soggetto all'aggressione delle dure condizioni del suo lavoro. Discopatie, reumi, malattie cardiocircolatorie, intossicazioni da inquinamento e soprattutto i danni fisici e psichici dello stress continuo, tutte queste nocività colpiscono e logorano pesantemente la salute di questi lavoratori.
Il taglio dei bilanci comunali e pubblici accompagnato, come a Roma, da vergognose ruberie, hanno poi bloccato investimenti e assunzioni. Così gli autisti devono operare senza gli organici minimi necessari, il che vuol dire che gli straordinari diventano orario normale e i turni si prolungano all'infinito. Mentre per mancanza di manutenzione e investimenti i mezzi si rompono o funzionano male e non vengono sostituiti. La principale azienda produttrice di autobus, la Irisbus di Avellino, è stata chiusa da Marchionne mentre il governo non fa nulla e il parco mezzi delle aziende trasporti va in malora.
I contratti firmati colpevolmente da CGIL CISL UIL hanno poi diffuso il cosiddetto doppio regime nelle condizioni di lavoro. Tutti i giovani e i nuovi assunti hanno salari da fame, minori diritti e tutele rispetto alle generazioni precedenti e devono fare la lunga trafila della precarietà prima di essere confermati al lavoro.
I tramvieri sono sottopagati e sfruttati mentre il servizio degrada, anche se i manager delle aziende di trasporto incassano lauti guadagni. I governi dell'austerità investono nelle grandi opere inutili e devastanti, come la Tav in valle Susa, e cancellano i finanziamenti al trasporto pubblico locale e cittadino. I comuni e le aziende non hanno soldi, ma all'ATAC di Roma si scopre un furto milionario di biglietti durato anni e organizzato da una mafia politica interna, furto tanto enorme nelle cifre quanto piccolo nello scandalo pubblico.
A Roma i giovani tramvieri si sono auto organizzati e hanno dato il via ad una mobilitazione contro il dilagare degli straordinari e il degrado delle condizioni di lavoro e ora si battono contro le minacce di privatizzazione dell'azienda pubblica. A Genova queste minacce stanno diventando realtà per opera di una giunta comunale, quella Doria, nata tra grandi speranze e che ora sta seguendo la parabola negativa a cui ci stanno abituando tante esperienze di governo della sinistra.
I lavoratori di Genova si sono ribellati alla privatizzazione dell'azienda, cioè alla liquidazione del servizio pubblico dei trasporti, e giustamente hanno deciso di difendere il proprio lavoro. Sono così scesi in sciopero improvviso bloccando totalmente il servizio e invadendo l'aula del consiglio comunale. Il prefetto e il sindaco hanno condannato la lotta, ma i cittadini, gli utenti stanno con i tramvieri, ne capiscono le ragioni, ne condividono l'indignazione. Questa lotta è al centro dell'incrocio tra politiche di austerità, distruzione del servizio pubblico, taglio e peggioramento drammatico dei posti e delle condizioni di lavoro. È un incrocio questo dove passano ogni giorno milioni di persone, che così solidarizzano naturalmente con i tramvieri.
La lotta di Genova segna un inizio e una speranza, quella che cominci e si diffonda la ribellione generale verso li politiche di austerità e i loro esecutori.
I tramvieri a Genova, Roma, in tutta Italia hanno ragione, sosteniamoli.
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