venerdì 13 settembre 2013

CAMUSSO RITROVA L'UNITÀ PER IL CONGRESSO




dal sito nazionale della rete28aprile 

Rassegna Stampa - Parte il percorso che porterà alle assise di giugno. Landini pronto a sottoscrivere la mozione unitaria. Si lavora a un testo breve per lasciare spazio al dibattito tra i lavoratori (...)

10/09/2013 | Unità
Camusso ritrova l'unità 
per il congresso della CGIL


Verso un congresso praticamente unitario. Fra poco più di una settimana parte il lungo percorso dell'assise della Cgil. Il 18 settembre si riunirà la Commissione politica che discuterà per la prima volta del documento congressuale che sarà la base del XVII congresso dell sindacato guidato da Susanna Camusso, che si terrà entro giugno 2014. A tre anni dal durissimo congresso di Rimini il parere condiviso da tutto il gruppo dirigente è quello di evitare una nuova esperienza di divisione, specie nei lunghi mesi di discussione delle mozioni. Il documento quindi sarà sottoscritto da tutte le categorie, sarà un testo breve che affronta tutte le questioni in gioco, lasciando il massimo spazio alla discussione nei luoghi di lavoro tra i quasi 6 milioni di iscritti. E che si presti ad essere discusso anche all'esterno: ribadirà la centralità della Cgil sulle questioni del lavoro. Una discussione approfondita e franca che permetta anche di ridiscutere del ruolo stesso del sindacato in un quadro sociale e politico in costante cambiamento. CONFRONTO SULLE PROCEDURE Il tutto è già stato discusso nel seminario con i segretari generali di categoria e di territorio tenutosi lunedì e martedì scorso a Genova. Una riunione in cui Susanna Camusso ha concordato con l'intero gruppo dirigente questo percorso unitario, ricevendo adesione praticamente totale nella due giorni di discussione. Una data (e un luogo) per il congresso non c'è ancora. Ma si punta a tenerlo entro giugno, rispettando le scadenze statutarie e permettendo un'ampia discussione sui luoghi di lavoro e dando tempo ai vari territori e categorie di tenere le loro assise. In questi mesi di preparazione i 155 componenti del Direttivo vengono divisi in tre commissioni: quella Regolamento, quella Statuto e, appunto, quella Politica. Sarà quest'ultima, formata da tutti i segretari di categoria e delle principali Camere del lavoro, a mettere a punto il documento di discussione. Qui si giocherà gran parte del percorso congressuale, qui si dovrà trovare il punto di equilibrio tra le varie posizioni. Un equilibrio che andrà trovato anche riguardo alle procedure di voto, con Maurizio Landini che continua a chiedere di far partecipare e votare il maggior numero di persone. Il cambio di prospettiva rispetto all'ultimo congresso di Rimini è comunque totale. Quella volta le mozioni presentate furono due e la battaglia, specie procedurale, fu fortissima. E continua a segnare la composizione degli organi direttivi della Cgil.

CREMASCHI UNICO OPPOSITORE La mozione «La Cgil che vogliamo», che raccolse il 18%, in questi anni si è praticamente sfarinata, lasciando il solo Giorgio Cremaschi ad annunciare la volontà di raccogliere le firme per un documento alternativo. Per molti in procinto di lasciare la Cgil per approdare all'Usb, Cremaschi ha invece rinnovato la sua sfida: raccogliere il 3% di firme dentro il Direttivo per dar vita ad una mozione di opposizione. Gli servono 5 firme sui 155 componenti del parlamentino Cgil (che è stato convocato per il 23 settembre, ma non avrà ancora all'ordine del giorno il congresso). Cremaschi è ottimista: «Le firme le abbiamo e andremo oltre la Rete 28 aprile (la sua storica corrente, ormai all'opposizione anche in Fiom, ndr) trovando consenso sul territorio anche tra i delegati di Lavoro e società (l'area guidata da Nicola Nicolosi, attuale segretario confederale Cgil, ndr). Se Camusso e Landini sono d'accordo su tutte le scelte strategiche, come l'accordo sulla rappresentanza di maggio, c'è la necessità di una piattaforma strategica alternativa per un documento contrapposto a quello di maggioranza», chiude Cremaschi. Il vero spartiacque della ricomposizione interna alla Cgil è stato infatti proprio l'accordo sulla rappresentanza. In molti pensavano che la Fiom fosse contraria all'intesa. Ma quell'accordo viene invece considerato positivo da Landini perché prevede «una consultazione certificata» sugli accordi nazionali, un voto dei lavoratori per validare i contratti, da sempre cavallo di battaglia della Fiom.


Massimo Franchi

[tratto da: http://www.cgil.it/rassegnastampa/articolo.aspx?ID=11089]

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...