domenica 15 settembre 2013

LITI DI CONDOMINIO





Parlando a Torino, Susanna Camusso, ha auspicato che il prossimo congresso restituisca alla CGIL il ruolo di casa comune, mentre oggi somiglierebbe di più ad un condominio, ove ogni padrone di appartamento si interessa solo della sua proprietà. In realtà, la CGIL fu definita casa comune della sinistra negli anni degli scontri tra PCI e PSI, avendo dunque a riferimento più la vita politica che la funzione sindacale. Tuttavia il paragone al condominio è abbastanza efficace, anche perché evoca quelle liti condominiali che sono sinonimo di scontri inutili sul nulla. Questo è in effetti proprio il rischio del congresso CGIL. Una maggioranza bulgara che vara un documento comune con la sola nostra piccola opposizione e che poi passa il percorso congressuale in liti di condominio nei e sui gruppi dirigenti.
Per capire quanto questo sia probabile basta guardare cosa succede in quel Partito Democratico a cui è vicino gran parte del gruppo dirigente. Lì non ci sono diversità o divisioni sui contenuti politici che siano visibili e comprensibili, ma allo stesso tempo c'è uno scontro durissimo sulla leadership.
Il rischio è che in CGIL succeda la stessa identica cosa, senza neanche le primarie chieste da Rinaldini e rifiutate da tutti gli altri, per gestirla. 
Così ci sarà un documento comune nel quale tutto il gruppo dirigente, da Camusso a Landini, dalla vecchia maggioranza a Lavoro & Società a La CGIL che vogliamo, dirà le stesse cose sulle questioni di fondo, quelle che contano davvero per il mondo del lavoro.
E poi ci saranno le distinzioni e le divisioni condominiali su ciò che non conta, ma fa contare.
Dopo le sconfitte e i disastri di questi anni, sarebbe invece necessario un congresso ove gli iscritti potessero scegliere tra diverse opzioni di fondo. Ci vorrebbe la presa di coscienza che la CGIL ha la sua quota di responsabilità nel fatto che i lavoratori italiani vivono il peggior attacco alle loro condizioni dal 1945 ad oggi. 
Si dovrebbe discutere e dividersi davvero su ciò che conta, invece di esaltare il congresso unitario. Mentre la rassegnazione generale con cui esso viene accolto è il segno più palese che questa decisione è parte della crisi della CGIL e non una sua soluzione. 
La grande maggioranza del gruppo dirigente ha paura di una divisione vera sulle scelte che contano e quindi fa la scelta della conservazione del condominio, con le sue inevitabili liti.
Il nostro documento alternativo non si rassegna a questa deriva del più grande sindacato italiano, anche se sappiamo perfettamente che le nostre forze da sole non sono minimamente sufficienti a fermarla.

Redazione Rete28Aprile

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...