Firmata l'ipotesi d'accordo per il rinnovo del contratto nazionale dei lavoratori in somministrazione da Nidil-Cgil,Felsa-Cisl, Uiltemp e Assolavoro. Ancora più difficili le stabilizzazioni.
Alcuni giorni fa l'Istat aveva annunciato che ormai solo il 53% dei lavoratori italiani ha un contratto a tempo indeterminato. Una percentuale destinata a scendere considerando che migliaia di lavoratori in cassa integrazione straordinaria o in deroga potrebbero trovarsi nei prossimi mesi in mobilità o disoccupati.
Ieri è stata firmata l'ipotesi d'accordo per il rinnovo del contratto nazionale in somministrazione (cioè quei lavoratori e quelle lavoratrici, una volta chiamati interinali, ovvero affittati da agenzie private ad altre aziende).
Nell'ipotesi firmata c'è un punto particolarmente grave che peggiorerà ulteriormente le già deprecabili condizioni dei lavoratori e delle lavoratrici somministrati.
L'accordo prevede che l'attuale sistema obbligatorio di trasformazione a tempo indeterminato previsto nel contratto del 2008 è sostituito da un sistema di incentivi alle agenzie. In pratica se prima, pur dopo un lungo percorso irto di difficoltà ad un certo punto l'agenzia era obbligata ad assumere il lavoratore, oggi con il nuovo accordo, questo obbligo decade.
Di fatto un altro strumento in meno per i lavoratori per pretendere la stabilizzazione e un altro regalo alle aziende.
Se Nidil-Cgil, la categoria promossa dalla Cgil per contrastare il precariato, si fa carico di accettare accordi che peggiorano ulteriormente contratti già di per se scandalosi con quale credibilità può promuovere la lotta al precariato?
È chiaro che così non può funzionare, un altro motivo per promuovere un opposizione in Cgil.
Rete 28 aprile opposizione in Cgil
Nessun commento:
Posta un commento